Una Giornata contro le mine

Si celebra oggi la ricorrenza dedicata al problema degli ordigni inesplosi e al sostegno della Mine Action

L’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) ha reso noto  che il numero di persone uccise in Myanmar a causa delle mine e degli ordigni esplosivi è triplicato lo scorso anno. E  i bambini rappresentano il 20% delle vittime. Nel 2023 ci sono state 1.052 vittime civili accertate a causa di mine terrestri e ordigni esplosivi, rispetto ai 390 incidenti dell’anno precedente, ha dichiarato Unicef oggi  in concomitanza con la Giornata internazionale per la sensibilizzazione e l’assistenza alle mine contro le mine.

Il 4 aprile è infatti la Giornata Internazionale indetta dalle Nazioni Unite dedicata al problema degli ordigni inesplosi e al sostegno della Mine Action e adottata con la Risoluzione dell’Assemblea Generale dell’8 dicembre 2005. “Quest’anno – spiega una nota della Campagna italiana contro le mine –  il tema individuato per la Giornata è “Proteggere vite umane, creare la pace” e ci ricorda quanto strumenti come il Trattato di messa al Bando delle Mine Antipersona e tutte le azioni che ricadono sotto il cappello della Mine Action (sminamento umanitario, assistenza alle vittime, educazione al rischio, distruzione delle scorte negli arsenali e advocacy) siano fondamentali per salvare vite, e contribuire a creare le condizioni necessarie per la ricostruzione e lo sviluppo imprescindibili per una pace sostenibile”. Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna Italiana, aggiunge che  “per questo motivo in occasione del 4 aprile abbiamo lanciato un appello al nostro Governo e a tutti i Parlamentari per il raddoppio delle risorse destinate al fondo per la Mine Action, chiedendo che passasse dai circa 8,5 milioni di euro del 2022 a 16 milioni di euro per il 2024.”

Lo scenario attuale – come ricorda anche  il nostro Atlante delle guerre – consegna all’attenzione della comunità internazionale una trentina di guerre e decine di situazioni di crisi con  60 Paesi contaminati da mine antipersona, 29 paesi contaminati da cluster bombs e 24 paesi in cui si registra la presenza di ordigni esplosivi improvvisati (IED). In conseguenza all’invasione della Federazione Russa a danno dell’Ucraina, si stimano oggi e per difetto tra le 70.000 e le 100.000 persone bisognose di assistenza a causa di incidenti dovuto a ordigni esplosivi, e si calcola che ci vorranno oltre 80 anni e decine di miliardi di euro per la bonifica umanitaria dei territori inquinati con un impatto importante sulla sicurezza alimentare.

“Oggi più che mai, è fondamentale lavorare per l’Universalizzazione del Trattato di Messa al Bando delle Mine antipersona e per il suo rafforzamento, e per quelli della Convenzione sulle Munizioni Cluster. Le minacce di conflitti potrebbero portare alcuni Stati ad abbandonare l’impegno preso in passato e questo rappresenterebbe un pericoloso indebolimento non solo del Trattato di Ottawa, ma del Diritto Internazionale Umanitario ed è un passo indietro che l’umanità intera non può permettersi”, dichiara Santina Bianchini Presidente della Campagna italiana:  “25 anni fa queste armi sono state messe al bando per i loro effetti indiscriminati e subdoli, nulla può giustificarne l’uso da parte di nessuno in nessuna circostanza”.

Qui sotto la mappa della “violenza esplosiva” elaborata dall’Atlante (xii edizione) in collaborazione con l’osservatorio di Anvcg

Tags:

Ads

You May Also Like

L’eredità della guerra in Laos

I laotiani non possono dimenticare il conflitto nel Vietnam degli anni Settanta che li coinvolse facendo diventare la loro terra il Paese più bombardato al mondo. Un passato che pesa ancora. Reportage

Dal nostro inviato nel Sudest asiatico Emanuele Giordana Nong Khiaw (Nord Laos) – Da Nong ...

La Cina oggi: un’analisi in vista del XX Congresso

Taiwan, gli Usa, la Russia, il Covid : Xi Jing Ping di fronte a una sfida senza precedenti. Intervista con Simone Dossi

di Maurizio Sacchi A metà ottobre il XX Congresso del Partito Comunista Cinese dovrebbe ...

Riflettori sulla Corte Penale Internazionale

Chiamata in causa per investigare il genocidio dei Rohingya e i crimini di guerra nello Yemen, la Cpi dell'Aia potrebbe avviare un processo anche su soldati americani sospettati di crimini di guerra in Afghanistan. Storia di un'organismo internazionale con amici e nemici

di Elia Gerola e Lucia Frigo La Corte Penale Internazionale (CPI) è  sotto i ...