L’Afghanistan è sull’orlo di una povertà estrema e diffusa. Secondo una rapida valutazione pubblicata ieri dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), fino al 97 per cento della popolazione rischia di sprofondare al di sotto della soglia di povertà a meno che non venga lanciata con urgenza una risposta alla crisi politica ed economica del Paese. Lo studio, che ha analizzato quattro potenziali scenari di crescente intensità e isolamento, indica che il Pil reale potrebbe contrarsi fino al 13,2 per cento, portando a un aumento del tasso di povertà fino a 25 punti percentuali. Lo scenario peggiore è disegnato da un’interruzione di due mesi degli scambi con tutti i principali partner, una diminuzione del 4% dell’efficienza della spesa in conto capitale e interruzioni della connettività. Secondo la valutazione del rapporto, questa combinazione di fattori potrebbe far aumentare il tasso di povertà di base, ora al 72%.
Oltre a una prolungata siccità e agli effetti della pandemia di COVID-19, l’Afghanistan sta affrontando gli sconvolgimenti causati dall’attuale transizione politica: riserve estere congelate, crollo delle finanze pubbliche, aumento della pressione sul sistema bancario e aumento della povertà. In risposta, l’Undp propone un pacchetto di interventi volti a migliorare le condizioni di vita immediate delle persone e delle comunità più vulnerabili, dando priorità alla salvaguardia dei diritti delle donne e delle ragazze. Il pacchetto si concentra su servizi essenziali, mezzi di sussistenza locali, reddito di base e piccole infrastrutture e mira a sostenere quasi nove milioni di persone vulnerabili attraverso un programma di sviluppo comunitario di 24 mesi.
(Red/Est)
In copertina foto di Mohammad Rahmani