La Nigeria tra i partner dei Brics

Il Paese africano è il nono senza diritto di voto

Grazie alla recente introduzione dello status di Paese partner, il club delle economie mondiali emergenti Brics continua ad allargarsi. Ultimo nella lista è la Nigeria, il Paese più popoloso dell’Africa, tra le prime 30 nazioni al mondo per prodotto interno lordo e membro dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (l’Opec) fin dai primi anni Settanta. A dare l’annuncio il ministero degli Affari Esteri brasiliano, il quale ha sottolineato in una nota che “gli interessi della Nigeria sono in linea con quelli degli altri membri del Brics, poiché lavora attivamente per rafforzare la cooperazione all’interno del Sud del mondo e per sostenere le riforme nella governance globale, questioni che sono priorità per l’attuale presidenza del Brasile”.

La Nigeria diventa così il nono Paese partner senza diritto di voto dei Brics, assieme a Bielorussia, Bolivia, Cuba, Kazakistan, Malesia, Thailandia, Uganda, Uzbekistan. Una possibilità che è stata introdotta durante il XVI vertice Brics che si è tenuto in Russia, a Kazan, dal 22 al 24 ottobre 2024 e presieduto dal presidente russo, Vladimir Putin. Questa organizzazione informale è nata nel 2009 per contrastare il dollaro e il dominio economico e politico degli Stati Uniti e delle nazioni occidentali. Oltre a Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica (le cui iniziali formano l’acronimo dell’alleanza), ne fanno attualmente parte a pieno titolo Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Iran e Indonesia. Tanti altri hanno formalmente chiesto di farne parte in Africa (16 nazioni), Sud America (5), Asia (14) e in Europa (2). Tanto che ormai c’è chi definisce Brics+ questo blocco di economie emergenti nel quale già solo i 10 Stati membri rappresentano il 55% della popolazione mondiale, raggiungendo circa il 40% del PIL globale.

L’intenzione della Nigeria di diventare partner dei Brics era stata anticipata a settembre durante la visita del presidente Bola Tinubu a Pechino.
Il Paese africano sta affrontando una difficile crisi economica e politica, che si è tradotta in un calo dei consumi (causata anche dall’abolizione dei sussidi), in un’inflazione cresciuta quasi del 40% e in un aumento degli oppositori all’attuale esecutivo ritenuto inadeguato. Cui si aggiungono le bande armate e i gruppi terroristici vecchi e nuovi, da Boko Haram al Lakurawa, che rendono instabile il nord. Con questa partnership il governo nigeriano mira a ottenere nuovi finanziamenti e l’accesso privilegiato a nuovi mercati, soprattutto per l’esportazione del petrolio. “I BRICS offrono alla Nigeria una piattaforma unica per rafforzare il commercio, gli investimenti e la cooperazione socio-economica con i Paesi membri”, ha dichiarato in una nota il portavoce del Ministero degli Esteri nigeriano, Kimiebi Imomotimi Ebienfa.

Nella foto in copertina, il concetto di de-dollarizzazione le bandiere degli Stati membri dei BRICS ©Yau Ming Low/Shutterstock.com

Red Est/ADP

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