La storia infinita di Guantanamo

Un fallimento non solo militare. Un' intelligence poco intelligente. Un nodo ancora irrisolto

Ora che le truppe americane hanno lasciato l’Afghanistan tra mille polemiche va in discussione non solo la politica militare a stelle e strisce, ma anche l’operazione di intelligence che ha portato alla cattura -spesso in violazione  del diritto internazionale, oltre che del diritto degli stessi Stati Uniti – di quasi 800 persone nelle celle e nelle camere di tortura della prigione speciale della base di Guantanamo a Cuba.  Joe Biden aveva preso l’impegno, durante la campagna elettorale del 2020, di chiudere la prigione.  Al momento restano  39 detenuti  a Guantanamo Bay, tra cui Moath al-Alwi, catturato dalle forze pachistane vicino al confine con l’Afghanistan nel dicembre 2001 e consegnato all’esercito degli Stati Uniti.

Cittadino yemenita, al-Alwi ha dichiarato che stava fuggendo dal conflitto quando è stato prima fatto prigioniero e poi venduto all’esercito americano, che nel gennaio 2002 lo ha deportato. Benché nessuna accusa formale sia mai stata sollevata contro di lui, la  Corte suprema degli Stati uniti nel 2019 ha respinto la sua petizione senza commenti. “Il fatto che la prigione rimanga aperta 20 anni dopo è dovuto alla politica bipartisan degli Stati Uniti e, sfortunatamente, i prigionieri sono ostaggi di questa politica“, ha dichiarato Ramzi Kassem, professore della City University of New York School of Law che rappresenta al-Alwi e un altro detenuto ancora detenuto senza accusa a Guantanamo. Insomma, dopo che più di 700 persone sono state liberate, è stato dimostrato che la pratica di sequestro illegale attuate dagli Usa, oltre che ingiusta, è stata anche del tutto inefficace.

Già Obama aveva dichiarato che avrebbe chiuso la prigione, ma l’opposizione dei  repubblicani impose limiti al trasferimento dei detenuti. Donald Trump una volta eletto si è opposto ai rilasci da Guantanamo e  anzi si impegnò a “riempirla di mascalzoni”.  Nei suoi quattro anni in carica, Trump ha rilasciato solo una persona. “C’è una mancanza bipartisan di volontà politica di chiudere Guantanamo e fare ciò che sarebbe sano da un punto di vista politico. Le amministrazioni di entrambi i partiti hanno fallito nel fare ciò che è necessario”, ha detto Kassem ad Al Jazeera.

Il 18 giugno, a Ginevra, incontrando Biden, Vladimir Putin ha colto la palla al balzo. Rispondendo alle critiche sul rispetto dei diritti umani in Russia , ha dichiarato;  Le prigioni della CIA, che sono state aperte in molti stati esercitano la tortura”. Sono [questi i vostri] diritti umani? Non credo che questo protegga i diritti dell’uomo“. Un tema scottante, che mostra come la linea scelta da Joe Biden per orientare la sua politica estera – non più una superpotenza votata alla realpolitik, come voluto da Trump, ma una guida morale per il resto del mondo- sia solo una nuova versione della pretesa di leadership mondiale, incapace però di tradursi in autentiche e durature politiche di pace.

(Red/Ma.Sa.)

In copertina: Guantanamo

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