La svolta autoritaria in Asia

di Emanuele Giordana

I regimi autoritari non sono una novità in Asia. Basterebbero quelli a partito unico (Cina, Vietnam, Laos e Corea del Nord) o la sequenza di golpe che hanno costellato il cammino della democrazia tailandese. O ancora, l’autoritarismo paternalista di Singapore e, in passato, la dittatura sanguinaria di personaggi come Ferdinando Marcos nelle Filippine o Suharto in Indonesia. Eppure, alla fine del secolo breve e con l’inizio del XXImo, si pensava che quella vasta fetta di mondo sarebbe cambiata: sia per la presenza di quella che amiamo definire la “democrazia più popolosa del pianeta” (India), sia per la la caduta del Muro di Berlino che aveva fatto cambiare registro, con la dissoluzione dell’Urss, al più vasto Paese euroasiatico, la Federazione russa. Ci sbagliavamo.

Non di meno, l’Asia sudorientale aveva dato, dall’inizio di questo secolo, alcuni segnali interessanti: l’Indonesia si era avviata verso una democrazia sempre più solida e il Myanmar aveva finalmente un governo civile che, al netto del tragico dossier rohingya, aveva riacceso speranze che si immaginavano contagiose. Persino la Thailandia, dopo i golpe del 2006 e del 2014, aveva allentato i freni del regime militare e consentito, seppur obtorto collo, che le strade di Bangkok si riempissero di manifestanti. Il Vietnam apriva agli Stati Uniti… Ma le cose sono rapidamente cambiate. In Myanmar un colpo di Stato militare nel febbraio 2021 ha esautorato il governo civile, imprigionato migliaia di supposti oppositori e iniziato una vera e propria guerra civile.

La Thailandia, non più tardi di un mese fa, ha ribaltato il risultato elettorale e ha nuovamente imposto un regime a guida militare, benché edulcorato dalla presenza di altri partiti. La Cambogia ha visto elezioni farsa riproporre la figura del Primo ministro Hun Sen e decretare una sorta di soluzione dinastica, imponendo al futuro governo del Paese il figlio del premier-generale. Le Filippine, dopo l’esperienza decisionista di Duterte, hanno nuovamente scelto di proseguire sulla via di un governo autoritario e dinastico incarnato dal figlio di Ferdinando Marcos, il neo presidente Ferdinand Romuáldez Marcos Jr., detto Bongbong, coadiuvato dalla figlia di Duterte alla vicepresidenza…. Leggi tutto su Ispionline

In copertina: l’Asia nel globo terrestre

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