Nel club Brics entrano in sei. Giacarta non ci sta

Teheran, con Argentina, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iran, Egitto ed Etiopia, entrerà a far parte del gruppo dal gennaio 2024. L'Indonesia si chiama fuori

di Maurizio Sacchi

Al termine del summit dei BRICS, tenutosi dal 22 al 24 agosto in Sudafrica, il padrone di casa Cyril Ramaphosa ha annunciato che Argentina, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iran, Egitto ed Etiopia entreranno a far parte del gruppo dal gennaio 2024.  Quasi due dozzine di Paesi avevano presentato domanda formale di adesione al Gruppo, ma per essere ammessi i Paesi candidati dovevano ottenere il consenso dei cinque membri fondatori. Vladimir Putin non ha partecipato di persona al vertice, poiché deve affrontare un mandato di arresto per crimini di guerra in Ucraina emesso dal Tribunale penale internazionale.  Putin in una dichiarazione online ha difeso l’invasione dell’Ucraina.

La decisione di ammettere l’Iran, anch’esso, come la Russia, alla ricerca di una via  per aggirare le sanzioni, ha rappresentato una vittoria per Putin e Xi, contribuendo a dare al gruppo una sfumatura più antioccidentale. Hanno prevalso sull’approccio più cauto di altri membri, che preferiscono ritrarre il gruppo come non allineato. L’ingresso dell’Iran era stato anticipato nei giorni scorsi, quando sia il premier indiano Narendra Modi che il ministro degli Esteri cinese Wang Yi avevano avuto colloqui con Teheran. L’adesione iraniana é quella politicamente piщ delicata, visti i rapporti in essere con Stati Uniti e occidente.

Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti sono due acquisti fondamentali per gli equilibri diplomatici, energetici e commerciali a livello globale. Pechino ha promosso nei mesi scorsi il riavvio dei rapporti diplomatici tra Iran e Arabia Saudita, ospitando l’incontro decisivo. Una mossa diplomatica che fa parte dello sforzo della Cina di costruire un’alleanza globale alternativa a quella del blocco occidentale. Per l’Argentina, alle prese con gravi problemi economici, l’adesione rappresenta una potenziale ancora di salvezza per sfuggire alla crisi sempre più profonda. L’ingresso dell’Argentina era stato  caldeggiato dal presidente brasiliano Lula, che  ne aveva esplicitamente raccomandato  l’adesione. Il Presidente argentino  Alberto Fernández ha detto che rappresenta un “nuovo scenario” per il Paese. “Apriamo le nostre possibilità di entrare in nuovi mercati, di consolidare i mercati esistenti, di aumentare gli investimenti in arrivo, di creare posti di lavoro e di aumentare le importazioni”.

Egitto ed Etiopia hanno sviluppato negli anni rapporti molto profondi con Cina e Russia, ma offrono anche al Sudafrica la possibilitàа di sottolineare di aver favorito una maggiore inclusione del continente. Ma il presidente indiano Modi, che affronta le prossime elezioni e desidera non apparire accodato soprattutto allo scomodo vicino cinese, ha giocato la carta a sorpresa di chiedere l’adesione dell’Unione Africana. Nuova Delhi non vuole lasciare alla sola Pechino il ruolo di promotore del cosiddetto Sud globale

Resta invece fuori l’Indonesia, sul cui ingresso puntava molto Pechino. Giacarta  aveva chiesto un rinvio, per consultarsi con le sue controparti dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (Asean), spesso definita erroneamente come la Nato del’estremo Oriente (ha scopi eminentemente politici ed economici). Storicamente, l’Indonesia è stata uno dei membri fondatori del Movimento dei Non Allineati durante la Guerra Fredda e per decenni ha mantenuto un approccio “bebas-aktif“, o indipendente e attivo, alla politica estera, compreso il ruolo di intermediazione della pace nel mondo, come quando il Presidente Joko Widodo ha visitato la Russia e l’Ucraina nel giugno dello scorso anno.

L’Indonesia ha in mente altre associazioni globali che offrono vantaggi più evidenti, come l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), che conta 38 Paesi membri, e l’adesione ai BRICS sarebbe vista come un ostacolo a questo. E non c’é solo l’economia, ma anche gli equilibri strategici: l’Indonesia sta cercando di acquistare 24 caccia F-15EX dagli Stati Uniti. La scorsa settimana, il Governo indonesiano e Boeing hanno concordato di finalizzare la vendita di 24 jet da combattimento F-15EX a Giacarta, dopo una visita del Ministro della Difesa indonesiano Prabowo Subianto a Washington.

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