Migliaia di siriani in fuga dalla guerra vengono respinti alle frontiere con Iraq, Giordania e Turchia. L’allarme e’ dell’organizzazione statunitense Human Rights Watch che denuncia l’ormai totale chiusura di molti valichi di frontiera da parte dei tre paesi, mentre solo ad un limitato numero di persone viene permesso l’ingresso.
Decine di migliaia di siriani rimangono invece bloccati nei campi lungo le zone di confine della Siria, in condizioni di estrema insicurezza.
L’unico paese ad aver sempre tenuto aperte le frontiere e’ il Libano, dove secondo le stime ufficiali dell’Alto Commissariato per i Rifugiati sono stati accolti e registrati oltre 550.000 siriani in fuga dal conflitto. In Giordania si trovano 480.000 siriani, in Turchia 387.000 e in Iraq 158.000.
“I Paesi vicini alla Siria dovrebbero smettere di respingere persone disperate lasciandole in luoghi dove la loro vita e’ costantemente in pericolo – ha dichiarato Gerry Simpson di Human Rights Watch – e la comunita’ internazionale dovrebbe aiutare questi Paesi e le organizzazioni umanitarie che stanno assistendo ormai quasi due milioni di rifugiati siriani”.
Secondo l’art.33 della Convenzione di Ginevra sui Rifugiati nessuno stato “espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate”. Ad oggi Iraq, Giordania e Libano non hanno ratificato il Trattato. La Turchia ha aderito nel 1968.