Un altro venerdi contro Bouteflika

Per la terza settimana consecutiva gli algerini contestano il capo dello Stato e la sua intenzione di ricandidarsi per un quinto mandato. Ad Algeri e in altre città del Paese

Per il terzo venerdi consecutivo da quando il presidente Abdelaziz Bouteflika ha reso noto di volersi ricandidare per un quinto mandato, gli algerini sono scesi in piazza ieri con manifestazioni sempre più consistenti nella capitale e  in altre città del Paese. Ad Algeri non sono mancati incidenti: la polizia antisommossa ha sparato gas lacrimogeni per impedire ai manifestanti di raggiungere la strada che porta al palazzo presidenziale benché i manifestanti si siano comportati in modo del tutto pacifico. Alcune centinaia gli arresti secondo fonti locali.

L’ondata di agitazioni è iniziata il mese scorso dopo che il capo dello Stato ormai al potere da due decenni  ha annunciato che si sarebbe ripresentato per un quinto mandato consecutivo nonostante l’età avanzata e la malattia che lo rendé incapace di muoversi se non in sedia a rotelle. Attualmente il presidente ultra ottantenne si trova in un ospedale in Europa e raramente si presenta in pubblico da che è stato colpito da un ictus nel 2013.

Per adesso però Bouteflika e il suo più stretto entourage fanno orecchie da mercante: in una nota il presidente avverte che il Paese potrebbe precipitare nel caos, ostaggio di forze esterne. Ha anche promesso che entro un anno dalla rielezione un’apposita commissione potrebbe indire nuove elezioni cui lui non si ripresenterebbe. Ma non sembra trovare ascolto tra la gente che vuole le sue dimissioni  e che ormai scende in piazza ogni settimana. Inoltre cominciano a girare voci su un malessere sempre più diffuso non solo nell’opposizione ma nelle stesse file del suo partito, il Fronte nazionale al potere dalla librazione dalla Francia.

Guarda il video di Euronews (da cui è tratta l’immagine di copertina)

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