In Sahel il conflitto si espande

La guerra in Mali è in espansione e coinvolge sempre più il Burkina Faso e il Niger. A dirlo Mohamed Ibn Chambas, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per l’Africa Occidentale.

La regione più interessata sarebbe quella di Liptako-Gourma, di frontiera tra i tre Stati. I gruppi violenti hanno negli ultimi mesi perso di mira le province nord del Burkina Faso di Soum, Loroum e Yatenga e le regioni occidentali del Niger Tillaberi e Tahoua, mettendo l’economia di questi territori in ginocchio.

Qui terrorismo ed estremismo violento si uniscono nell’area alla crisi umanitaria. Il rappresentante Onu ha sottolineato che tutti questi fattori, insieme ai cambiamenti climatici, a una crescente popolazione giovanile, alla mancanza di posti di lavoro, e l’urbanizzazione non controllata stanno provocando un aumento della migrazione e del traffico di esseri umani.

Secondo Chambas una situazione critica rimane anche nel bacino del Lago di Ciad, nonostante gli sforzi della task force multinazionale intervenuta in maniera massiccia contro il gruppo affiliato Isis di Boko Haram.

Il gruppo rimane infatti un pericolo gravissimo che sta interessando la città nordorientale di Maiduguri in Nigeria e la regione di Diffa nel Niger .Chambas ha dichiarato che l’instabilità continua ad avere “devastanti conseguenze umanitarie”, che coinvolge oltre 5,2 milioni di persone.

La criminalità organizzata transfrontaliera è, secondo l’osservatore Onu, uno dei problemi principali. I contrabbandieri stanno infatti attraversando i confini e stabilendo nuove aree operative. L’insicurezza e l’illegalità ora si estendono al Golfo di Guinea, dove i criminali ricorrono sempre più spesso alla pirateria e all’assunzione di ostaggi.

Nel giugno 2017 il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha sottoscritto una risoluzione per l’invio di 5mila soldati dei Paesi del Sahel (Burkina Faso, Niger, Mali, Mauritania e Ciad) per combattere i gruppi terroristici attivi nella regione. Uno degli obiettivi dei militari inviati è quello di bloccare il traffico di armi, droga e esseri umani sempre più estesi nella zona.

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