Terzo Mondo, tra aiuti gonfiati e budget oscuri

di Andrea Tomasi

Quanti soldi vengono spediti realmente nei Paesi più poveri del mondo, per contribuire al quel riscatto che li dovrebbe rendere “economicamente liberi” e che dovrebbe interrompere il flusso di disperati verso l’Europa?

Il 37% dell’Aps (Aiuto pubblico allo sviluppo) totale italiano è “aiuto gonfiato”, cioè costituito da risorse che non finanziano progetti di cooperazione in senso stretto. In pratica le risorse per la cooperazione allo sviluppo in Paese realmente bisognosi raggiungono sempre meno l’obiettivo e, in buona parte, sono spesi “in casa”.

A dirlo sono i dati raccolti ed elaborati da Oxfam e Openpolis. È una fotografia sul “budget oscuro” tra cooperazione e migrazione. È la seconda edizione di Cooperazione Italia, il lavoro di analisi che – come spiega Repubblica – mette sotto la lente i conti dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo italiano (Aps), «incrociando in questa edizione un altro capitolo della spesa pubblica, quello per l’emergenza migranti, come viene definito nel Documento di Economia e Finanze (Def) del 2017: “Un trasferimento di risorse e mezzi in Paesi e aree ancora in difficoltà”.

Così la Cooperazione allo sviluppo continua a essere raccontata ufficialmente. Da alcuni anni, tuttavia, una quota crescente di Aps rimane nei Paesi ricchi, dove viene usata per gestire l’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo. Questa quota di aiuto sta letteralmente esplodendo, ragione per cui i fondi sulla carta destinati a promuovere lo sviluppo di Paesi poveri, in realtà rimangono in Italia».

I numeri sulle risorse Aps (una porzione del quale è destinata all’accoglienza dei rifugiati) sono stati incrociati con le stime fornite dal Def 2017 per la gestione del fenomeno migratorio, comprensivo di richiedenti asilo, rifugiati e di tutti gli altri migranti.

Il Sole 24 Ore fa una sintesi citando i dati ufficiali: «Nel 2016 – sottolinea Openpolis – l’Italia ha messo a disposizione quasi 4 miliardi e 476 milioni di euro per finanziare progetti di cooperazione allo sviluppo. In tutto ciò, il dato che colpisce è che l’impegno per la voce rifugiati è aumentato del 63,4% solo nel 2016, passando dai 960 milioni di euro del 2015 a 1 miliardo e 570 milioni del 2016. Nel 2015 costituiva il 24,3% dell’Aps totale, per arrivare al 35% nel 2016. Se si sottrae la spesa per i rifugiati al totale – rileva il report -, si evidenzia una diminuzione del 3,7% dell’Aps. Insomma, più risorse da investire nell’accoglienza ai rifugiati, meno ai Paesi più poveri».

In pratica con l’esplosione dei costi per i rifugiati aumentano enormemente i soldi che rimangono nei Paesi donatori, tra cui l’Italia, mentre diminuisce in maniera costante la quota di risorse destinate ai Paesi più poveri (Least developed countries – Ldcs). I fondi degli Stati dell’Unione Europea destinati ai Paesi Ldcs passano da 9,7 miliardi di euro del 2011 a 8,5 miliardi nel 2016.

Francesco Petrelli, consigliere politico di Oxfam Italia, mette i puntini sulle i spiegando che, in un periodo in cui tutti si affidano al motto «aiutiamoli a casa loro», l’inserimento delle voci di spesa sotto una voce o un’altra non è un dettaglio formale, ma di sostanza:

«Se è giustificabile che una parte delle risorse, sulla carta destinate all’aiuto pubblico allo sviluppo, vengono invece dirottate su attività umanitarie, come il salvataggio in mare, non è affatto corretto che quelle stesse risorse vengano spese per l’accoglienza o l’integrazione dei migranti, che è invece giusto gravino su altri capitoli del bilancio statale».

Il senior policy advisor di Oxfam  chiede al Governo italiano un «graduale azzeramento delle risorse etichettabili come “aiuto gonfiato”, cioè costituito da risorse che non finanziano progetti di Cooperazione in senso stretto, oppure che non sono realmente addizionali».

«Questo tipo di aiuto mina i criteri di efficacia degli interventi e limita i possibili successi nella lotta alla povertà.  È necessario che l’Aps italiano non solo cresca quantitativamente, confermando nella nuova legislatura il rispetto degli impegni a breve e lungo termine, con l’obiettivo di raggiungere lo 0,7% del rapporto (Aps/Rnl: Aiuto Pubblico allo Sviluppo-Reddito Nazionale Lordo) entro il 2030; ma sia progressivamente composto solo di aiuto autentico. Già nel corso del 2018 raccomandiamo il riferimento alle nuove regole stabilite dal comitato sviluppo dell’OCSE e chiediamo una maggiore trasparenza nella rendicontazione degli aiuti, soprattutto dopo che la recente adesione dell’Italia all’Indice internazionale di trasparenza degli aiuti (IATI)».

 

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-01-15/il-37percento-fondi-destinati-dall-italia-paesi-via-sviluppo-spesi-accogliere-rifugiati–124759.shtml?uuid=AElRNtiD

 

http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2018/01/15/news/cooperazione_il_budget_oscuro_tra_aiuti_allo_sviluppo_e_contrasto_all_immigrazione-186507058/

 

https://blog.openpolis.it/2018/01/16/cooperazione-italia-la-rassegna-degli-articoli/17381#more-17381

 

foto tratta da https://cooperazione.openpolis.it

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